Museo Horne

Prima di tutto, non appena entrati, noterete la cura rigorosa con cui Horne ha provveduto al restauro degli ambienti, lontani da ricostruzioni false e fuorvianti. Il suo spirito sembra davvero essere rimasto qui e si percepisce l’amore lasciato in ogni pezzo sapientemente acquisito.

Tra tutti spicca un Santo Stefano attribuito sin dall’inizio a Giotto da Horne stesso. La critica gli ha dato ragione, confermandone l’attribuzione.  Si tratta tuttavia di un Giotto che qui insiste sul decorativismo, quasi a risentire l’influenza della raffinata scuola senese trecentesca, anche se il volto e la sua solidità sono il marchio di fabbrica tipico dell’artista.

L’acume e la competenza di Horne sono  dimostrate tra l’altro  nel San Girolamo penitente tondo di Piero di Cosimo. 

Il tondo venne infatti acquistato da Horne come una settecentesca visitazione, anche se il supporto e la tipologia della cornice gli fecero subito pensare che la tavola nascondesse qualcosa di più antico. Come effettivamente si dimostrò: un San Girolamo su un formato insolito, testimonianza del carattere innovatore del pittore.

Tante sono comunque le opere su cui soffermarci (non perdere i futuri post su instagram e facebook a riguardo).